Roma-Liverpool: il match dei rimpianti

Un’occasione irripetibile per una squadra che ha vinto solo tre scudetti nella sua storia: disputare la finale di Coppa dei Campioni nel proprio stadio. La sera del 30 maggio 1984 il sogno si avverò e la Roma giunse a soli undici metri dalla sua vittoria più importante.


Dopo quarantuno anni di astinenza la Roma era tornata al titolo tricolore. Il presidente Dino Viola e l’allenatore Nils Liedholm avevano raccolto i frutti di una semina iniziata quattro anni prima. Con il fosforo di Falcão, la fantasia di Conti, la potenza di Pruzzo, la leadership di Di Bartolomei e la sicurezza di Tancredi il sogno tricolore era diventato realtà.

L’estate che precedette la Coppa Campioni fu abbastanza turbolenta. Falcão e il suo agente, Cristoforo Colombo Miller, inscenarono uno stucchevole tiramolla per il rinnovo del contratto, che portò l'”ottavo re di Roma” molto vicino alla rottura con la società. Solo l’intervento di Giulio Andreotti riuscì ad aggiustare le cose e Falcào firmò il rinnovo.

Dalla squadra che aveva vinto lo scudetto erano partiti Vierchowod, Prohaska e Iorio, rimpiazzati dagli arrivi di Oddi, Cerezo e Graziani. Superati comodamente al primo turno gli svedesi del Goteborg, i giallorossi nel secondo si trovano di fronte i pericolosi bulgari del CSKA Sofia. In Bulgaria un gol di Falcão ipoteca il passaggio del turno; nel ritorno una rete di Graziani chiude la pratica. Nei quarti la Dinamo Berlino resiste per un’ora all’Olimpico crollando negli ultimi trenta minuti sotto tre reti, che la Roma amministra facilmente in Germania, dove subisce un’indolore sconfitta per 2-1. La semifinale contro il Dundee United, all’apparenza facile, si complica: la Roma, priva di Falcão, esce con le ossa rotte dal Tannadice Park, sotto un pesante 2-0. All’Olimpico Pruzzo firma la doppietta che impatta il doppio confronto già nel primo tempo ed è ancora lui, nella ripresa, a procurarsi il rigore che Di Bartolomei trasforma di potenza.

La finale è un’occasione irripetibile, giocandosi all’Olimpico, e a lungo peserà il suo esito nei rimpianti dei tifosi. Perché la Roma non riuscì a venire a capo di quella partita? Innanzitutto per l’oggettivo valore del Liverpool, un autentico squadrone di campioni rotti a ogni avventura agonistica, esperti di quel genere di partite decisive. Poi, per la defaillance di uomini chiave, Falcão e Cerezo, in serata opaca. Infine, prima l’infortunio del bomber Pruzzo, poi, ai rigori, la mancanza di Cerezo (uscito attanagliato dai crampi) e il “gran rifiuto” di battere il penalty da parte di Falcão . Un’astensione che provocherà una insanabile frattura fra il leader giallorosso e la Roma.

LA CRONACA DEL MATCH

L’inizio è contratto, timoroso per tutte e due le squadre. All’8′ c’è la prima vera azione, un veloce inserimento da destra di Conti, palla a Cerezo, traversone basso per Graziani che Grobbelaar anticipa di giustezza. Al 10′ ancora bene e in velocità sulla sinistra intesa Nela-Graziani, sul cross Grobbelaar arriva prima di Pruzzo. Nel rispetto di una zona pressochè totale, Pruzzo è controllato da Lawrenson e Graziani da Neal, mentre Rush, la punta più avanzata del Liverpool, svaria su tutto il fronte d’attacco e grazie a lui al 15′ in modo strano, anzi sospetto, segna il Liverpool. Cross di Johnston dalla destra, spiovente sulla destra della porta. Tancredi blocca la palla ma la perde nello spigoloso contatto con Rush, Bonetti rinvia alla disperata sul corpo di Tancredi la palla al terzino Neal che tira praticamente un rigore: non può sbagliare.

Ora sale il ritmo della partita, prima piuttosto blando, ed era il Liverpool a tenerlo basso. La Roma accusa la botta, fatica a riorganizzarsi. A centrocampo i rossi sono in superiorità numerica e un grosso tipo si sta rivelando Whelan, che si trova dappertutto, come il miglior Falcao, mentre il miglior Falcao, è altrove. Al 25′ bel numero di Graziani che beve due difensori, ma ottiene solo un corner su cui Di Bartolomei scarica il destro. Fuori. E’ il primo tiro della Roma. Ancora bravo Graziani al 27′ in una conclusione a fil di palo che Grobbelaar assorbe con qualche difficoltà. Bruno Conti, che sulla destra vedeva pochi palloni con Kennedy, ora staziona a sinistra.

Ma intanto la Roma, che si è messa a giocare all’inglese (mentre il Liverpool, trovato il gol, non ha più rumoreggiato) trova difficoltosa la marcia di avvicinamento a Grobbelaar. Al 39′ papera di Bonetti che serve Dalglish, subito a Rush e tiraccio che Tancredi manda in angolo. Preme la Roma e ottiene un pareggio ampiamente meritato. Al 43′ Conti lavora un pallone sulla sinistra, il suo primo cross è ribattuto, il secondo trova puntuale la testa di Pruzzo, splendida nell’ impatto. Grobbelaar non può farci niente. Lo stadio torna a bruciare, anche Pertini non riesce a nascondere un moto di gioia.

La ripresa inizia con una brillante iniziativa di Righetti, che al 3′ serve Cerezo, poi a Nela per conclusione deviata da un difensore. E’ un buon momento per la Roma, che al 7′ sfiora il gol. Da Conti a Nela a Cerezo a Graziani che è sbilanciato e il suo colpo di testa manca di potenza. Al 9′ è bloccato un tiro di Falcao. Gli inglesi sembrano piuttosto stanchi e usano la melina per rifiatare. Al 16′ papera di Grobbelaar, che perde palla, ma lo zoppicante Pruzzo non ne approfitta. Si scalda Chierico ai bordi del campo e al 18′ rileva Pruzzo. Graziani va a piazzarsi punta centrale. Dei reds, paiono molto meno lucidi Johnston e Souness. Al 24′ pericoloso cross di Kennedy da sinistra, ma nessuno dei suoi lo sfrutta.

La Roma non deve rilassarsi a questo punto, anche se l’avversario è meno unghiuto del previsto. Al 26′ Fagan richiama lo spompato Johnston: entra Nicol. C’è un sensibile abbassamento di ritmo e si profilano i supplementari. Continua a deludere Falcao: il brasiliano lotta in trincea, come si usa dire, ma non c’è traccia della sua regia. Al 31′ bel contropiede di Nela che rovina tutto: incerto se concludere di persona o servire Graziani, serve Lawrenson. Due minuti dopo un insidioso rasoterra di Dalglish dal limite è smanacciato via da Tancredi. Al 38′ frana Conti in area, ma l’ arbitro Fredriksson lascia proseguire.

Anche la Roma comincia a sentire la fatica. Al 41′ Tancredi è bravo a salvare il pareggio ribattendo su Nicol che i suoi compagni credevano in fuorigioco. La conclusione ravvicinata dell’ inglese trova pronto il portiere giallorosso. I giallorossisi stanno chiudendo troppo in area e sono saltati i collegamenti. In mezzo al campo Cerezo è il più volenteroso e cerca di tappare tutti i buchi. La Roma, oltre alla stanchezza, accusa l’uscita dal campo di Pruzzo, che era la stella polare della manovra offensiva. A un minuto dalla fine Conti pesca solo Chierico, ma è in fuorigioco.
Si va ai supplementari. Al 94′ esce Dalglish per Robinson. Al 100′ ci prova Conti da fuori. Al 106′ ancora Conti, ma ribatte il muro dei reds. E quando non ci sono i suoi compagni, provvede Grobbelaar (109′ ) che vola in tuffo su un tiro del solito Conti. Altra botta di Di Bartolomei, che una schiena devia. Si stira Cerezo, entra Strukelij (115′ ). L’ultima nota è per Di Bartolomei, che stende Lawrenson e viene ammonito.

Sempre più stancamente, in una tensione enorme, si va ai calci di rigore. Sbagliano prima gli inglesi con Nicol. Segna Di Bartolomei; poi Neal. Di Conti il primo errore della Roma: manda fuori. Gli inglesi non sbagliano più. Vanno in gol Souness, Rush e Kennedy. Dopo Conti solo Righetti riesce a trasformare. Con l’errore di Graziani e l’ultima rete di Kennedy la Roma lascia al Liverpool la Coppa dei Campioni.

30-5-1984- Roma, Stadio Olimpico
Liverpool-Roma 1-1 (5-3 d.c.r.)
Reti: 13′ Neal, 42′ Pruzzo.
Rigori: Nicol (1-1), Di Bartolomei (1-2) – Neal (2-2), B. Conti (2-2) – Souness (3-2), Righetti (3-3) – Rush (4-3), Graziani (4-3) – A. Kennedy (5-3).
Liverpool: Grobbelaar; Neal, A. Kennedy, Hansen, Lawrenson; Johnston (Nicol), Lee, Souness, Rush, Dalglish (M. Robinson), Whelan. All: Joe Fagan.
Roma: Tancredi, Nela, Nappi; D. Bonetti, Falcão, Righetti; B. Conti, Cerezo (Strukelj), Pruzzo (Chierico), Di Bartolomei, Graziani. All: Nils Liedholm.