Calciatori russi in Italia: da Sasha a Sheva

Il primo, quando la Cortina era ancora di Ferro, fu Zavarov. Sono poco più di venti, in altrettante stagioni, i calciatori che hanno calcato i campi della massima serie arrivando dalle repubbliche della ex URSS. Molte le loro storie, pochissime quelle di successo.


Sergej ALEJNIKOV

1989/90: Juventus
1990/91: Lecce

Proclamato nel 2003 Golden Player bielorusso degli ultimi 50 anni, è stato un centrocampista di quantità dalle discrete doti tecniche ma decisamente troppo lento per il campionato italiano. Arriva a Torino da Minsk ad alleviare lo spaesamento di Zavarov: pur senza numeri da fuoriclasse il suo contributo alla vittoria della Coppa Uefa e della Coppa Italia da parte della Juventus targata Dino Zoff è solido. Lascia Torino dopo una sola stagione con destinazione Lecce dove retrocede l'anno successivo in serie B. Dopo qualche peregrinazione tra Giappone e Svezia, riapproda in Italia dove inizia ad allenare senza particolari fortune.

Serhij ATELKIN

1997/98: Lecce

Galeotti i mercoledì di Coppa. Cesare Prandelli, allenatore in quella stagione del Lecce, resta folgorato da una grande prestazione dell'ucraino in una partita di Coppa delle Coppe contro il Vicenza e lo vuole in Salento. Il passo da Donec'k a Lecce è lungo e l'attaccante non si ambienta andando in rete solo tre volte nella stagione che vede il mesto ritorno dei giallorossi in serie B.

Dmitrij ALENICHEV

1998/99: Roma
1999/00: Perugia

Quanti a Roma si saranno mangiati le mani vedendo il centrocampista russo, giocatore dell'anno in patria nel 1997, trasformarsi in utilissimo dodicesimo uomo per la splendida cavalcata di José Mourinho sulla panchina del Porto con tanto di reti nelle due finali europee vittoriosa. Eppure l'intermezzo italiano è stato il momento più basso della sua carriera: non riesce a lasciare il segno nell'ultima Roma di Zdenek Zeman e l'anno successivo dopo qualche spezzone di partita con Fabio Capello viene spedito a Perugia in cambio di Nakata. A fine carriera si ritrova seduto nel Parlamento russo tra le fila dei rappresentanti di Russia Unita, il partito di Vladimir Putin.

Viktor BOUDIANSKI

2003/04: Juventus
2004/05: Reggina
2005/06: Avellino
2006/07: Ascoli
2007/08: Udinese
2008/09: Lecce

Ci sono scommesse che funzionano a altre che falliscono. L'infornata di diciassettenni ex sovietici portati a Torino, sponda bianconera, nel 2001 è un classico flop: dei tre, Budjanskij è il più fortunato veleggiando tra Serie A, poca e con continuità solo ad Ascoli, e molta Serie B. Peggio è andata all'uzbeko Zejtullaev (vedi sotto) e a Kovalenko che in Italia vede il campo solo nella Lodigiani in C2.

Igor DOBROVOLSKY

1992/93: Genoa

Arriva dalla Svizzera al Genoa, vittima di un grande equivoco tattico che lo vorrebbe come il sostituto di Pato Aguilera mentre le sue caratteristiche sono decisamente diverse, e si affretta a dichiarare "Io non sono come Zavarov". Se Sasha rimane a Torino due stagioni, Dobrovol'skij riparte da Genova dopo tre mesi, quattro partite e una rete.

Sergej GURENKO

1999-2001: Roma
2001/02: Parma
2002/03: Piacenza

Fabio Capello lo scopre durante una telecronaca della nazionale e si ricorda di quel terzino sinistro quando, arrivato a Roma, deve pensare ad un possibile sostituto per un Vincent Candela dato in partenza. L'uomo simbolo della nazionale bielorussa arriva ma il francese non parte e Gurenko si trova la strada della prima squadra sbarrata e l'anno successivo emigra in Spagna. Apprezzato da Ulivieri arriva al Parma ma le sue fortune seguono quelle del tecnico, esonerato dopo 10 giornate. Parte finalmente titolare l'anno successivo a Piacenza ma non basta ad evitare la retrocessione. Profeta solo in patria

Kakhaber KALADZE

2001-2010: Milan
2010-2012: Genoa

Tristemente famoso per la vicenda personale che lo ha visto protagonista con il rapimento in patria del fratello Levan e la sua successiva morte confermata solo cinque anni dopo, "Kakha" Kaladze è stato per un decennio protagonista delle fortune rossonere. Arrivato come difensore centrale, trova spazio nei primi anni sulla fascia sinistra permettendo a Paolo Maldini di muoversi al centro della difesa e solo negli ultimi anni della sua permanenza rossonera ritrova il suo posto naturale come centrale dalle alterne fortune ma dal costante contributo fino alle ultime due stagioni nelle quali è stato fermato dagli infortuni e da laboriosi rientri. Lascia il Milan e la sua posizione a vecchi combattenti più anziani di lui e si trasferisce a Genova, sponda rossoblu, per l'ultimo sprint della carriera.

Andrei KANCHELSKIS

1996-1998: Fiorentina

Gli appassionati italiani lo conoscono durante gli Europei del 1996 quando, nell'unica partita vinta dagli azzurri, dà parecchio filo da torcere a Sua Maestà Paolo Maldini ma in Inghilterra è già considerato una delle migliori ali del decennio dopo gli anni al Manchester United e nell'Everton. Arriva a Firenze nel mercato invernale come la ciliegina sulla torta offerta da Cecchi Gori ai viola che fanno parte a pieno titolo delle sette sorelle. Il suo soggiorno italiano è un calvario: si infortuna una prima volta in un durissimo scontro di gioco con Candela, poi l'anno successivo un intervento assassino di Taribo West lo ferma alla terza di campionato. Rientra in campo in tempo per lo spareggio tra Russia e Italia per la qualificazione alla Coppa del Mondo e in uno scontro con Pagliuca si frattura la rotula della gamba sinistra. A fine stagione, non rientrando nei piani viola di Giovanni Trapattoni, si trasferisce a Glasgow, sponda Rangers.

Igor KOLYVANOV

1991-1996: Foggia
1996-2001: Bologna

Sono molti i protagonisti della magica cavalcata dell'Under 21 sovietica, campione d'Europa del 1990, che sono passati dall'Italia: Dobrovolskij, Kanchelskis, Shalimov e Kolyvanov. Dopo l'impressionante vittoria sulla rappresentativa jugoslava più talentuosa della storia, gli ultimi due atterrano nel Foggia dei miracoli di Zdenek Zeman al primo approccio con la serie A. L'attaccante moscovita, che nella fase finale dell'Europeo di categoria si era messo in evidenza segnando 9 reti in 7 partite, fatica a ritrovarsi nel rigido 4-3-3 del boemo e paga il necessario apprendistato dietro all'oliatissimo tridente composto da Rambaudi, Signori e Baiano. Dopo l'inatteso nono posto i tre titolari partono verso altri lidi e Zeman ridisegna un nuovo tridente dove il russo diventa pedina fondamentale con la nuova missione di creatore di spazi e fornitore di assist che lo contraddistinguerà nell'esperienza pugliese che si prolunga anche ad una stagione in serie B nel 1995/96. Mancata la promozione, si trasferisce nel neopromosso Bologna dove ritrova il vizio della rete e disputa tre ottime stagioni fino a quando un'ernia del disco lo mette in ginocchio.

Vitalij KUTUZOV

2003/04: Avellino
2004-2006: Sampdoria
2006/07: Parma
2007/08: Pisa
2008/09: Parma
2009-2012: Bari

Dopo una buona prestazione contro i rossoneri nel primo turno della Coppa Uefa arriva, dal Bate Borisov, a Milano ma non trova spazio nella squadra del primo Inzaghi milanista e del periodo d'oro di Shevcenko. Inizia, quindi, una vita da nomade nelle rose italiane passando dall'Avellino di Zeman, la Sampdoria (dove pur giocando 62 partite in due stagioni va a segno solo 7 volte), il Parma e il Pisa per poi atterrare a Bari dove continua a dare il suo onesto contributo alla causa dei galletti.

Levan MCHEDLIDZE

2008-2010: Palermo
2010-: Empoli

Arriva a 16 anni ad Empoli e, dopo averlo visto in allenamento, Gigi Cagni lo definisce l’Ibrahimovic georgiano ma problemi al ginocchio lo limitano nel suo primo soggiorno toscano dove non scende mai in campo anche se, paradossalmente, debutta prima in Nazionale che in un campionato professionistico e lo fa proprio contro l'Italia. E' uomo da prime volte e nel 2008, in prestito al Palermo, dopo due spezzoni per un totale di 50 minuti, si prende il lusso di regalare con una sua rete la vittoria ai rosanero a Torino, contro la Juventus. Con l'arrivo di Delio Rossi alla corte di Zamparini trova sempre meno spazi e ritorna ad Empoli.

Alekseij MIKHAJLICENKO

1990/91: Sampdoria

Una meteora nel cielo blucerchiato, ma che meteora! Arriva a Genova dopo aver vinto quasi tutto con la Dinamo Kiev e la nazionale sovietica, dà il suo valido contributo (24 partite e 3 reti) alla conquista del primo scudetto doriano e, dopo una stagione, riparte in direzione Glasgow Rangers: in quindici anni di carriera vince 10 Campionati, non è un caso.

Ruslan NIGMATULLIN

2001/02: Verona

Si presenta in Italia con la fama di miglior portiere russo degli ultimi venti anni; su di lui ha messo gli occhi la Lazio per sostituire Angelo Peruzzi, sembra interessata la Juventus ma arriva a Verona e gioca solo una partita incassandro tre reti. Con il Verona in B e un ingaggio pesante Nigmatullin viene mandato in prestito al CSKA Mosca, il tempo di fare una decina di presenze per poi tornare in Veneto ed esser prestato alla Salernitana dove, sebbene sia un lusso per la categoria, nulla può in una squadra condannata alla retrocessione. Rientra mestamente in Russia e nel 2006 ritorna alla ribalta della cronaca come testimone nel processo contro la GEA per le pressioni subite al suo arrivo in Italia.

Igor SHALIMOV

1991/92: Foggia
1992-1994: Inter
1995/96: Udinese
1996-1998: Bologna
1998/99: Napoli

Protagonista del titolo europeo Under 21 di una bella Unione Sovietica che nel 1990 supera in finale la Jugoslavia di gente come Boban, Suker e Savicevic, arriva, con il compagno Kolyvanov, per essere pedina fondamentale del primo Foggia dei miracoli di Zeman che riesce a limitarne l'esuberanza fuori dal campo. Saranno proprio i molteplici interessi a frenarne la crescita dopo un primo anno alllnter dove giostra da par suo nel ruolo di centrocampista avanzato e a portarlo prima a Duisburg, poi a Lugano per ritornare in Italia da onesto pedatore tra Udine, Bologna e Napoli dove la sua camera finisce per una squalifica per assunzione, sempre smentita, di steroidi anabolizzanti.

Andriy SHEVCHENKO

1999-2006: Milan
2008/09: Milan

Cresciuto nella Dinamo Kiev, nei sette anni al Milan, Sheva ha vinto tutto: un Campionato, una Champions League, una Supercoppa europea, due titoli di capocannoniere nel Campionato italiano, che fanno il paio con due titoli nella Champions League, fino al Pallone d'Oro del 2004, coronamento di una carriera eccezionale che lo pone obbligatoriamente tra i migliori attaccanti del mondo degli ultimi venti anni. Nel momento nel quale lascia il Milan per supposti motivi familiari, direzione Chelsea, l'ucraino è già diventato il secondo goleador rossonero di tutti i tempi, secondo soltanto a Nordahl. Il trasferimento segna l'inizio di un lento declino che passa attraverso molte panchine nel Chelsea di José Mourinho che gli preferisce sempre più spesso Didier Drogba. Un ritorno di fiamma a Milano nell'inverno del 2009 è solo precursore del ritorno nella natia Ucraina per il fine carriera.

Igor SIMUTENKOV

1994-1998: Reggiana
1998/99: Bologna

Capocannoniere e calciatore dell'anno con la Dinamo Mosca nel 1994, smarrisce il fiuto del goal quando sbarca lungo la via Emilia. In cinque anni tra Reggio e Bologna non supera mal quota 6 reti in stagione in Serie A. Passa alla storia come il primo giocatore russo a militare nel campionato professionistico statunitense, la Major League Soccer, nelle fila del Kansas City Wizards.

Mikhail SIVAKOV

2009/10: Cagliari
2010: Piacenza
2010/11: Cagliari

Massimiliano Allegri impiega pochi minuti a dirottare il mediano che proviene dal Bate Borisov verso la panchina e la tribuna dopo il suo esordio In serie A; dopo un anno in prestito a Piacenza, un intervento al menisco all'inizio della stagione 2010/11 è il preludio al trasferimento avvenuto negli ultimi giorni del mercato invernale direzione Wisla Cracovia dove vince il campionato polacco. Dopo un anno in Belgio nel Zulte Waregem rientra in patria con il Bate.

Marius STANKEVICIUS

2002/03: Brescia
2003: Cosenza
2003-2008: Brescia
2008-2010: Sampdoria
2011-2013: Lazio

Carletto Mazzone lo scova nella sperduta cittadina lituana di Panevézys dove milita nell'Ekranas e lo porta a Brescia; gli inizi sono difficili e per capire il calcio Italiano viene spedito in prestito a Cosenza nel piani bassi della serie B. Capisce la lezione e al ritorno diventa un punto fermo delle rondinelle dove con 157 presenze tra A e B e 11 reti in cinque campionati diventa lo straniero con più apparizioni nella storia del club. Nell'estate del 2008 rivede la serie A trasferendosi alla Sampdoria ma non trova con i blucerchiati lo stesso feeling e inizia un mesto giro di prestiti che lo portano a Siviglia e Valencia. Dal 2011 al 2013 tenta il rilancio con la Lazio che lo gira nel 2013 al Gaziantespor.

Omari TETRADZE

1997-1999: Roma

Arriva dalla Georgia occidentale dove più marcata nel secoli è stata l'influenza greca ma vive con la sua patria uno strano rapporto: nasce come Omari Osipov ma negli anni delle spinte indipendentiste inizia a usare il cognome della madre. Quando l'Unione Sovietica si disintegra, sceglie però la Russia andando a giocare nella Dinamo Mosca e indossando la maglia della Nazionale. Arriva in giallorosso con la fama di terzino destro portato alla spinta ma in due anni gioca pochissime partite complici anche un paio di infortuni al ginocchio che lo portano a chiedere la rescissione del contratto.

Aleksandr ZAVAROV

1988-1990: Juventus

Arriva, sull'onda del Pallone d'Oro a Belanov e della splendida cavalcata sovietica agli Europei del 1988, nella Juventus che sta immolando sull'altare della successione a Le Roi, Michel Platini, fior di giocatori, grazie ai buoni uffici e alle entrature dei vertici FIAT nel piani alti del Cremlino. In quella squadra si perde e dopo due stagioni incolori parte in direzione Nancy per un finale di carriera senza lampi.

Ilyos ZEYTULAEV

2001-2005: Juventus
2005/06: Reggina
2006: Crotone
2006/07: Genoa
2007: Vicenza
2007/08: Verona
2008/09: Pescara
2009-2013: Lanciano

Il viaggio di un uzbeko nel calcio italiano, anzi dell'unico uzbeko, è in caduta libera. Parte dall'alto, dalle giovanili della Juventus dove arriva con Budjanskij e Kovalenko ma in prima squadra vede il campo solo in due uscite in Coppa Italia e inizia una girandola di trasferimenti che gli permettono di segnare il suo nome negli almanacchi della serie A con due presenza a Reggio Calabria. Lascia poche tracce anche in Serie B tra Crotone, Genoa e Vicenza e trova la sua dimensione in Serie C, ora Prima Divisione, prima a Verona e poi a Pescara e Lanciano.

Fonte: Massimo Brignolo - Pianeta Sport