STEFANO BEDESCHI: Il Pallone Racconta

Racconti di vittorie e di sconfitte, di tragedie e festeggiamenti. Personaggi indimenticabili che hanno fatto la storia del calcio mondiale ed uomini che hanno dato la vita per il “Football”.


Dicono: il calcio di una volta era più bello. Certo, anche i più giovani ora sanno che il football di una volta era tutta un’altra cosa. Non certo perchè rispetto ad adesso c’erano gesti atletici più eclatanti, mirabolanti fantasie, ma semplicemente perchè il calcio di oggi è ucciso appena nato.
Un gesto di Messi è lodato, se va bene, solo per un paio di giorni, dopo basta. Finisce nel dimenticatoio, senza riflessioni, senza racconto, senza poesia, senza ricordo. Ci sarà pure un motivo per cui è meglio vedere le immagini sgranate e quasi al rallentatore di Italia-Germania 1970 piuttosto che la finale mondiale Olanda-Spagna in alta definizione e in 3D. Questa è la differenza, cari amanti del buon football, e voi lo sapete.

E lo sa soprattutto Stefano Bedeschi che ne Il Pallone Racconta ce ne narra tante di storie di antico football, casi anche molto noti ma visti sotto tutt’altra luce. Il calcio come romanzo, con tanto di personaggi, narrazione, thrilling e passione. Tanta passione.

Con certosina pazienza e con abilità da amanuense, il grande libro del football viene riaperto e riscritto. Ecco le gesta dell’Italia e dei suoi leoni di Highbury nel 1934, quell’Italia che Carosio lodava mentendo e sapendo di mentire. Ecco che ci sembra di vedere ancora il prode ed invincibile Puskas al comando dell’Aranicsapat. Ed ora ecco “Gigirriva”, con le gocce di sudore che scavano le sue magre guance, sfondare l’ennesima rete e portare in trionfo la Sardegna. Ora chiudo gli occhi e vedo la maglia numero 14 di Cruijff guidare l’Arancia Meccanica, vedo il povero Renato Curi accasciarsi in un triste pomeriggio di ottobre, vedo Rivera che tra lo stupore generale entra negli ultimi sei minuti della finale dell’Azteca, vedo il volto trasfigurato di Nereo Rocco e del suo vecchio Milan tradito a Verona nel 1973.

Tanti temi, dal dramma al mistero, dal coraggio alla vigliaccheria: insomma un pò come nella vita.
Tutti gesti custoditi e tramandati fino ai giorni nostri, e riscritti con talento e poesia. Quello che ci resta alla fine della lettura è soprattutto un senso di “mancanza”, una necessità di averne ancora di storie da sentire e da immaginare. Avanti caro Bedeschi, raccontacene ancora…

Stefano Bedeschi
Il Pallone racconta
Il Mio Libro,
pp. 356