1958: la Gran Bretagna ai Mondiali

L’edizione svedese è stata l’unica in cui le quattro nazioni britanniche – Inghilterra, Irlanda del Nord, Scozia e Galles – hanno potuto partecipare insieme alla competizione: non era mai accaduto prima, e non si è più ripetuto dopo.

La Coppa del Mondo del 1958 è entrata nella storia per tanti motivi. Ha consacrato il Brasile come campione del mondo per la prima volta, grazie a una squadra straordinaria che annoverava un giovane fenomeno di 17 anni: Pelé. Ha visto la Svezia, paese organizzatore, arrivare in finale e incarnare il meglio del calcio europeo di allora. Ha anche fatto conoscere al mondo un francese di nome Just Fontaine, che ha realizzato la bellezza di 13 reti in sei partite, stabilendo un record di gol segnati in un singolo torneo che resiste ancora oggi.

C’è un altro motivo per cui vale la pena ricordare l’edizione del 1958: è stata l’unica volta nella storia in cui le quattro nazioni britanniche – Inghilterra, Irlanda del Nord, Scozia e Galles – hanno potuto partecipare insieme alla competizione: non era mai accaduto prima, e non si è più ripetuto dopo.

Il rapporto tra la FIFA e le Home Nations era stato fin dall’inizio conflittuale e non fu facile per Jules Rimet organizzare la Coppa del Mondo – disputata per la prima volta nel 1930 – senza incontrare l’opposizione delle quattro Home Nations. Tutte e quattro le federazioni calcistiche si ritirarono dalla FIFA nel 1928 a causa di una grave divergenza sulla definizione di ciò che costituiva un dilettante e di ciò che all’epoca veniva chiamato il pagamento del “broken time payment”: per valorizzare l’impegno dei giocatori nei grandi tornei, ogni federazione nazionale aveva la facoltà di assegnare loro un’indennità che tenesse conto non solo delle spese sostenute per viaggi e soggiorni, ma anche del tempo dedicato al gioco. La conseguenza fu che nessuna delle quattro Home Nations partecipò ai primi tre Mondiali.

1950: l’esordio dell’Inghilterra ai Mondiali. Sopra, Tom Finney nel match contro il Cile

Tutto cambiò dopo la Seconda Guerra Mondiale e la Coppa del Mondo del 1950, disputata in Brasile, fu un torneo rimasto famoso soprattutto per l’incredibile vittoria per 1-0 degli Stati Uniti ai danni dell’Inghilterra, al suo esordio mondiale. Anche la Scozia avrebbe potuto partecipare, essendosi qualificata dopo essere arrivata seconda all’Home International Championship. Invece, George Graham, all’epoca presidente della FA scozzese, si attenne alla sua precedente dichiarazione secondo cui la Scozia avrebbe giocato ai Mondiali solo se la squadra avesse vinto il campionato. E nonostante le richieste dei suoi stessi giocatori, la Tartan Army restò a casa.

Il British Home Championship era stato il torneo calcistico più prestigioso del mondo, la cui prima edizione risaliva addirittura al 1883/84, ma con l’avvento della Coppa del Mondo e del Campionato Europeo, il suo fascino si era parecchio affievolito. Tuttavia, questi nuovi eventi avevano anche dato al torneo un significato diverso. In due occasioni, il 1949/50 e il 1953/54, il British Home Championship servì infatti da qualificazione per i Mondiali e in altre due, il 1966/67 e il 1967/68, determinò chi si sarebbe qualificato per il secondo turno di Euro 68.

Nel 1954, la Coppa del Mondo si svolse in Svizzera e vide la partecipazione di Inghilterra e Scozia. Le due squadre si erano guadagnate il posto vincendo e arrivando seconde nel British Home Championship 1953/54. All’evento mondiale, l’Inghilterra superò il girone ma venne eliminata dall’Uruguay per 4-2 ai quarti di finale. La Scozia fece peggio chiudendo all’ultimo posto il suo girone con l’aggravante di un umiliante sconfitta per 7-0 contro lo stesso Uruguay.

Uruguay-Scozia 7-0: la disfatta della Tartan Army ai Mondiali 1954

Quattro anni dopo, le cose sarebbero andate meglio per le quattro nazioni britanniche. Il format del torneo prevedeva ancora 16 squadre, ma le qualificazioni erano diventate più complesse. La UEFA aveva diviso le 27 squadre europee in nove gironi da tre. Il British Home Championship non era più valido come qualificazione. Così, tutte e quattro le squadre britanniche avrebbero avuto la possibilità teorica di raggiungere il tabellone principale.

E questo è ciò che successe nelle qualificazioni, iniziate nel 1956. L’Inghilterra era nel Gruppo 1 con la Repubblica d’Irlanda e la Danimarca. Gli inglesi dominarono il girone, battendo la Danimarca 5-2 – con una tripletta di Thomas Taylor del Manchester United – in casa e poi vincendo 5-1 in Irlanda.

Il Galles era nel Gruppo 4 con la Cecoslovacchia e la Germania Est e aveva affrontato le qualificazioni senza poter contare su John Charles dopo che il possente attaccante era passato alla Juventus e il club italiano si era rifiutato di lasciarlo andare in nazionale. Al posto di Charles, Des Palmer aveva segnato una tripletta nella vittoria casalinga per 4-1 contro la Germania Est, ma le sconfitte in trasferta contro la stessa Germania Est e la Cecoslovacchia avevano spinto la squadra al secondo posto.

Un’immagine di Galles-Israele 2-0, giocata al Ninian Park

I gallesi avevano però un ulteriore chance di qualificarsi attraverso uno spareggio contro Israele. Una chance davvero fortunata e figlia delle tensioni internazionali del periodo. Dopo l’invasione militare del Canale di Suez, l’Egitto si era rifiutato di giocare contro Israele nelle qualificazioni asiatiche. Turchia, Sudan e Indonesia avevano preso posizioni simili. Con Israele che rischiava il paradosso di qualificarsi per la finale senza aver mai giocato una singola partita, venne indetto uno spareggio tra Israele stesso ed una tra le seconde classificate dei nove gruppi europei. Inizialmente fu sorteggiato il Belgio, il quale si rifiutò anch’esso di giocare in terra israeliana, e così la sorte premiò proprio il Galles.

Nel match di andata giocato a Tel Aviv, il Galles sconfisse Israele 2-0 con le reti di Len Allchurch e Dave Bowen. Nel ritorno, il Ninian Park di Cardiff trasformato in una bolgia vide i miracoli del portiere israeliano Ya’akov Hodorov che parò quasi tutto ma dovette capitolare al 76’ quando Ivor Allchurch trovò lo spiraglio giusto. Poi arrivò anche il gol di Cliff Jones a chiudere i conti e a spedire il Galles alla Coppa del Mondo.

L’Irlanda del Nord, invece, si era ritrovata nel difficile Gruppo 8 con Italia e Portogallo. Partita come la Cenerentola delle qualificazioni, aveva continuato a stupire tutti. La partita del gennaio 1958 tra Irlanda del Nord e Italia, che avrebbe deciso il girone e si sarebbe qualificato per la fase finale, era stata inizialmente fissata un mese prima al Windsor Park di Belfast.

I nostri azzurri umiliati dall’Irlanda del Nord

Una fitta nebbia aveva impedito all’arbitro ungherese István Zolt di raggiungere lo stadio dopo che il suo volo da Londra era stato spostato di orario. La partita era stata rinviata, ma disputata lo stesso come amichevole dopo che un arbitro locale, che aveva un “badge FIFA”, si era offerto di dirigere. Il match terminò 2-2 con gli italiani, che avevano offerto una prestazione scialba

Un mese dopo, al Windsor Park, la partita che alla fine contava per la qualificazione si era conclusa con un incredibile 2-1 dell’Irlanda del Nord contro l’Italia. I gol di James McIlroy, soprannominato “The Brain” per la sua intelligenza in mezzo al campo, e Billy Cush furono decisivi per l’accesso alla Coppa del Mondo.

Gli oriundi italiani – Alcides Ghiggia , Juan Alberto Schiaffino e Miguel Montuori – quel giorno non erano bastati. Ghiggia, celebre per il suo gol vincente che aveva regalato all’Uruguay il titolo nel 1950 contro il Brasile, questa volta venne oscurato dalle parate dello sconosciuto portiere Norman Uprichard.

Nel Gruppo 9, anche la Scozia si era trovata a dover affrontare avversarie di alto livello come Spagna e Svizzera. Ma nel maggio 1957 la Tartan Army stupì tutti battendo la quotata Spagna per 4-2 a Glasgow con una tripletta del bomber del Blackpool John Knight Mudie. Sei mesi dopo, un altro successo determinante per 3-2 sulla Svizzera, con il gol decisivo dell’esterno dei Rangers Alex Scott a 20 minuti dal termine, permise alla Scozia di vincere il girone.

La Scozia 1958

Ai Mondiali, l’Irlanda del Nord venne sorteggiata nel Gruppo 1 con i campioni uscenti della Germania Ovest, la Cecoslovacchia e l’Argentina. La Scozia nel Gruppo 2 con Francia, Jugoslavia e Paraguay. Il Galles nel Gruppo 3 con Svezia, Ungheria e Messico, mentre all’Inghilterra, la più quotata delle quattro, capitò il girone più difficile, il 4 , con Brasile, URSS e Austria.

E mentre Inghilterra e Scozia partivano con i favori del pronostico, le sorprese delle qualificazioni si ripeterono anche nel torneo vero e proprio. Furono infatti proprio l’Irlanda del Nord e il Galles a qualificarsi per i quarti di finale, con Inghilterra e Scozia impegnate a preparare le valigie in anticipo.

Il gruppo 2 si dimostrò il più spettacolare del torneo, con 31 gol segnati in totale per una media di 5,16 a partita – sei dei quali portarono la firma del francese Just Fontaine. Uno di quei gol, quello decisivo, fu segnato alla Scozia nell’ultima sfida. Dopo il buon pareggio per 1-1 contro la Jugoslavia all’esordio e l’imprevista sconfitta per 3-2 contro il Paraguay, la Scozia a quel punto era già eliminata. Il gol di Fontaine fu il colpo di grazia per il disastroso torneo degli uomini guidati da Dawson Walker, il ct chiamato a sostituire Matt Busby dopo la tragedia aereo di Monaco avvenuta nel febbraio del 1958.

Nel Gruppo 4, il Brasile era dato per favorito per passare il turno insieme ai sovietici, campioni olimpici in carica. L’Inghilterra, indebolita dalla perdita di molti dei Busby’s Babes, arrivò al torneo in condizioni sia fisiche che mentali precarie.

Alla prima, l’Inghilterra strappò un pareggio per 2-2 all’URSS – alla sua prima Coppa del Mondo – grazie ad un rigore di Tom Finney a cinque minuti dalla fine. Dopo lo 0-0 contro il Brasile – il primo risultato a reti bianche nella storia dei Mondiali – l’Inghilterra si giocò tutto nell’ultima partita contro l’Austria, terza classificata all’edizione precedente in Svizzera.

Affollamento nell’area sovietica nello spareggio URSS-Inghilterra

L’Inghilterra non riuscì ad andare oltre il pareggio (2-2) con l’Austria e il Brasile sconfisse 2-0 l’URSS. Così inglesi e sovietici si ritrovarono a pari merito (tre punti, quattro gol fatti e quattro subiti) e con davanti uno spareggio da disputare il 17 giugno a Göteborg. I sovietici, più freschi e determinati, ebbero la meglio per 1-0 grazie a un gol di Anatoli Ilyin al 68’ e alle parate del mitico Lev Yashin.

Nel Gruppo 1, l’Irlanda del Nord si piazzò seconda con 3 punti dopo aver battuto 1-0 la Cecoslovacchia, perso contro l’Argentina e strappato un sorprendente 2-2 alla Germania Ovest campione del mondo in carica. Anche qui fu necessario uno spareggio, avversaria la Cecoslovacchia: a Malmö due reti di Peter McParland – tra cui quella decisiva al 97’ – portarono la sorprendente Irlanda del Nord ai quarti di finale contro la Francia.

Argentina-Irlanda 3-1: i capitani Blanchflower e Dellacha

Nel Gruppo 3, il Galles ottenne tre pareggi su tre (di cui uno a reti bianche contro i padroni di casa della Svezia) e ancora una volta ci volle un “death match” per decidere l’accesso ai quarti. Contro un’Ungheria fortemente indebolita rispetto a quattro anni prima, il Galles trionfò per 2-1 grazie alle reti di Allchurch e Medwin (questo fu l’ultimo gol di un giocatore gallese nelle finali di un grande torneo fino a quando Gareth Bale non segnò contro la Slovacchia nella prima partita di Euro 2016).

Le avventure straordinarie di Galles e Irlanda del Nord si fermarono però ai quarti. La Francia travolse come da copione l’Irlanda del Nord per 4-0, con una doppietta di Fontaine. Il Galles, privo dell’infortunato John Charles, riuscì a contenere il Brasile, ma una magia di Pelé, al suo primo gol in Coppa del Mondo – a metà del secondo tempo regalò alla Seleção una vittoria per 1-0 che mise fine alla favola delle Home Nations in Svezia.

  • Fonte: https://thesefootballtimes.co/