Wolverhampton F.C.

Un gigante assopito. La definizione calza a puntino al Wolverhampton Wanderers: grandioso all’inizio della storia del calcio inglese, e negli anni Cinquanta, da quei tempi non riesce più a essere protagonista nonostate un notevole serbatoio di pubblico e, specialmente negli ultimi anni, cifre enormi spese sul mercato per potenziare l’organico. Molti nostalgici (e non solo) attendono al più presto le gloriose maglie oro (gold è infatti il colore ufficiale) nella Premiership, dove il magnifico stadio Molineux farebbe bellissima figura.

E dire che i Wolves furono tra i club fondatori della Football League nel 1888, undici anni dopo la loro nascita. Nel 1877, infatti, Harry Barcroft, preside della St. Luke’s School del sobborgo di Blankenhall, regalò un pallone da calcio a un gruppo di scolari che avevano ottenuto ottimi voti. A suggerire a Bancroft il regalo furono due “appassionati” di nome John Baynton e Jack Brodie. Due anni dopo, il St. Luke’s si fuse con i Blankenhall Wanderers di cricket, dando origine al Wolverhampton Wanderers Football Club.

I Wolverhampton Wanderers vincitori della loro prima FA Cup

Si era ancora nell’impianto delle origini quando il nome Wolves divenne celebre, nel calcio: il club aveva sfiorato i grandi traguardi tra anni Trenta e Quaranta, specialmente nel 1939 quando aveva perso la finale di FA Cup a sorpresa contro il Portsmouth e (per la seconda stagione consecutiva) chiuso al secondo posto in campionato, ma il rilancio non venne interrotto dalla guerra, e sotto la guida di Stan Cullis, l’ex mezzala, i Wolves divennero una delle squadre più vincenti e piacevoli da vedere del dopoguerra, con il loro gioco fatto di rapidi capovolgimenti di fronte, con due ali rapide e portate al cross spaccadifese.

Capitano di quel gruppo (che comprendeva Bert Williams, Bill Slater, Peter Broadbent) fu il mitico Billy Wright, difensore centrale gentiluomo mai ammonito in tutta la sua carriera, 105 presenze in Nazionale di cui 90 come capitano: Wright trascinò i Wolves alla vittoria in tre campionati (1954, 1958,1959), due FA Cup nel 1949 e 1960, quando solo un punto di ritardo rispetto al Burnley impedì alle maglie oro di conquistare il terzo titolo consecutivo e la doppietta coppa-campionato.

Braccia al cielo per la quarta e fino ad ora ultima FA Cup. In finale i Wolves batterono i Blackburn Rovers 3-0

In questo periodo, i Wolves fecero davvero storia e godettero di enorme popolarità in città (medie di 40.000 spettatori) e oltre: al Molineux vennero ospitate amichevoli di gran richiamo con squadre straniere come la Honved (diretta televisiva e radiofonica, ed era il 1954), lo Spartak Mosca, il Racing di Buenos Aires, il Real Madrid, il First Vienna. I Wolves giocarono quelle memorabili partite indossando la loro maglia brillante, e la novità dei riflettori (il cui lancio era in parte motivo di quelle amichevoli) circondò di un’aura ancora più particolare quelle occasioni. Quel periodo non è però mai più stato eguagliato dal Wolverhampton: Cullis venne licenziato tra le polemiche nel 1964, ma ci fu poi una retrocessione pel 1965 seguita da un ritorno nella massima serie due anni dopo.

Il manager Bill McGarry portò la squadra alla finale di Coppa Uefa del 1972 contro il Tottenham Hotspur, persa 3-2 in due gare, e alla vittoria nella Coppa di Lega del 1974, ma da quel momento i Wolves hanno vissuto solo un altro momento di gloria, vincendo la Coppa di Lega ancora nel 1980 (1-0 sul Nottingham Forest, rete di Andy Gray), rischiando anche l’estinzione. Nel 1982 il club, oberato di debiti per i lavori allo stadio, venne salvato dal tracollo grazie all’opera di Derek Dougan, ex stella della squadra, e a un paio di fratelli-affaristi, i Bhatti, la cui gestione fu però disastrosa dal punto di vista delle scelte tecniche: a furia di retrocessioni, nel 1986 il Wolverhampton precipitò addirittura in Quarta serie. Da allora, tra alti e bassi i Wolves hanno navigato al larga della Premier League tranne che per la stagione 2003/04, ottenendo una nuova promozione per la stagione 2009/10.