Rangers F.C.

Come il Celtic è club esclusivamente riservato ai calciatori di fede cattolica, così i Glasgow Rangers sono sempre stati caratterizzati dal fatto di non aver mai accettato altri che atleti di fede protestante. Mai… sino al 1989, quando Greame Souness, dal 1986 manager e, in pratica, padrone assoluto della società, decide di portare ad Ibrox Park Maurice «Mo» Johnston, cattolico ed ex appartenente ai biancoverdi concittadini. Un gesto che ha delineato un solco ben preciso, il rovesciamento di una tradizione ultrasecolare che pareva non dover mai scomparire.

Da quel 10 giugno 1989 numerose sono state le proteste dei tifosi… protestanti: un buon numero di fedelissimi ha stracciato la tessera di socio dei «Blues», inscenato addirittura manifestazioni per impedire l’ingaggio definitivo del giocatore. Tutto è però filato liscio come Souness aveva previsto, Johnston ha regolarmente vestito la maglia dei Rangers e con essa conquistato scudetti.

I Rangers FC versione 1877 arrivarono alla finale della Coppa di Scozia, persa contro il Vale of Leve

Scudetti che fanno parte di una serie iniziata nel 1891 con il titolo vinto ex-aequo con il Dumbarton. L’epilogo di quel primo campionato scozzese fu del tutto originale. Le due squadre chiusero a pari punti a quota 29 il torneo: il regolamento prevedeva un match di spareggio, che andò in scena il 21 maggio 1891 a Cathkin Park. I novanta minuti terminarono sul due pari dopo che i Rangers si erano portati sul due a zero. Salomonicamente, venne deciso di dividere a metà la leadership nazionale. Nella stagione 1898-99 i Blues totalizzano un record eguagliabile ma non superabile: trentasei punti in diciotto partite, settantanove reti all’attivo contro diciotto al passivo, dieci punti di vantaggio sugli Hearts.

I Rangers vincono altri tre campionati nelle annate immediatamente seguenti, ripetendosi poi con un tris tra il 1911 e il 1913 nell’epoca di dominio quasi assoluto del Celtic. Il torneo 1910-11 vede raffermarsi di un cannoniere estremamente prolifico, quel Willie Reid che va a rete 48 volte durante la stagione, e che nel corso degli anni rimarrà un punto fermo della compagine. Nel 1917 si apre il momento di maggior fulgore nella storia del club: sedici vittorie in campionato sino al 1939 con soli sei titoli lasciati agli avversari, il corollario di nove Coppe di Scozia più altre affermazioni minori.

Stagione 1898/99: secondo titolo scozzes e record: la squadra vinse tutte le 18 partite in calendario

Di questo eccezionale ventennio si debbono ricordare l’ala Alan Morton, il mediano David Meiklejohn, vera e propria forza della natura, gli attaccanti Bob McPhail, Sandy Archibald, Alex Venters e Jimmy Smith. Nel 1919 si fa carico della guida tecnica del club il manager Bill Struth (resterà sulla panchina sino al 1954), che sostituisce William Walton, perito tragicamente per annegamento durante l’estate precedente. I Rangers sono ormai abbonati al successo (il loro palmarés comprende più di cinquanta vittorie in campionato, decine tra Coppe cittadine e nazionali), e quando l’Europa chiama, a metà degli anni Cinquanta, essi sono ancora saldamente in vetta alla «hit parade» scozzese. Tra il 1946 e il 1961 vincono un’altra decina di scudetti prima di segnare il passo di fronte al mirabolante Celtic di Jock Stein.

Non potendo imporsi in patria per lo strapotere dei concittadini, i «Blues» si tolgono la soddisfazione di conquistare la Coppa delle Coppe 1971-72. Dopo aver eliminato nei quarti il Torino, gli scozzesi superano in finale (3-2) la Dinamo Mosca nella finale di Barcellona. È però una vittoria pagata a carissimo prezzo: le frange più turbolente della tifoseria mettono a ferro e fuoco lo stadio provocando gravissimi incidenti e numerosi feriti. L’Uefa è inflessibile e squalifica per un anno i detentori del trofeo, che quindi non possono nemmeno tentare di difenderlo. Non c’è più il tecnico mediano Baxter, ma l’ossatura della squadra poggia su elementi di valore internazionale: svettano il portiere McCloy, i difensori Jardine e Greig, gli attaccanti Johnston e McDonald.

Nel 1974 viene assunto in qualità di manager Jock Wallace, che vince due campionati, sostituito nel 1978 da John Greig, a sua volta rilevato dallo stesso Wallace. Nel 1986 la svolta: reduce dall’esperienza con la maglia della Sampdoria, che lo aveva enormemente arricchito sul piano della professionalità, arriva il baffuto Graeme Souness. Un manager che porta la rivoluzione: Souness fa aprire ai propri dirigenti le casse societarie iniziando a ingaggiare all’estero giocatori di altissime qualità e prezzo.

L’unico trofeo continentale dei Rangers: la Coppa delle Coppe 1971/72, battendo nella finale di Barcellona la Dinamo di Mosca per 3-2

Chris Woods, Terry Butcher, Mark Hateley, Piet Huistra, Richard Gough, Trevor Steven, Mo Johnston e Gary Stevens sono solamente alcuni dei campioni che mettono le tende ad Ibrox. I risultati sono immediati, i Rangers tornano a dominare a mani basse la «Premier division», anche se resta un cruccio: la totale mancanza di una vera dimensione europea.

Dopo il clamoroso fallimento della società, avvenuto nel 2012, nel decennio successivo i Rangers ritornano prepotentemente sotto i riflettori europei arrivano all’atto conclusivo dell’Europa League contro l’Eintracht Francoforte, tornando così a giocare una finale di una coppa europea dopo quattordici anni. L’incontro terminerà 1-1 dopo i tempi supplementari e 5-4 per i tedeschi ai rigori, con l’errore decisivo di Aaron Ramsey.